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COSTRUTTORI DI FOLE 2017-10-07T10:04:05+00:00

ROBERTO MARIUS TREGLIA

Project Manager

“Se potessi farci l’amore con una storia su una alcova umida di prosa e potessi possedere ciascun personaggio tanto quanto loro dominano i miei sensi vivrei turgidi e prosodici amplessi. Ogni opera ha un trasporto emotivo vivido e sincero e condivido un affetto turbolento con ciascun personaggio. La natura dell’artista è in costante divenire come le visioni goliardiche di un giovane amante. Sono un visionario, un pertinace amatore, sono un costruttore di romantiche fole.”

ALBERTO GRECO

Product Manager

“Da ragazzo, un docente mi disse che il teatro obbediva a delle regole ben precise. Ero in totale disaccordo: ogni animo sensibile deve interpretare se stesso e la sua personale visione dell’arte in totale libertà. Ho messo via il manuale del buon artista dopo aver appreso l’abbiccì e ho risposto solo alle mie intuizioni che suggerivano l’esatto opposto di ciò che era consuetudine offrire agli astanti.  Non importa come, dove, quando un artista si esprime, vale solo l’entusiasmo che lascia.”

RICCARDO ABBATE

Art Director

“Tra le condizioni di incoercibile bisogno, la dipendenza dal teatro è l’unica a rendere emancipata la percezione della realtà. È uno stato di catatonia: le parole diventano droga, provare emozioni diventa necessità.  Segui un copione, le direttive di una storia inverosimile, l’itinerario di un’idea ma ogni azione è filtrata dalla propria emotività, sempre diversa, circostanziata, paradossale, a volte inappropriata alla situazione ma indiscutibilmente autentica.

LUANA GRECO

Executive Producer

“Ho una valigia di cartone: un vecchio bagaglio ricoperto di francobolli, modesto, un po’ ammaccato ma la maniglia è solida e resistente e la mia stretta è ferma e decisa. Porto dentro i vestiti da scena, stracci e stralci di canovacci, pagine della vita di donne e pagine della mia vita di donna mentre viveva la loro, francobolli nostalgici di locandine di un caro spettacolo.  Ieri ero un folletto, oggi una perfida regina, domani una vecchia canuta, in futuro tanto altro. “